Ikea una storia che può insegnare in che direzione va il commercio.
Ikea si è affacciato in Umbria, il grande colosso svedese aveva manifestato la concreta intenzione di insediare una dei suoi megagalattici punti vendita nella nostra regione, monopolizzando il dibattito politico dell’ultimo anno, spaventando i piccoli mobilieri ed entusiasmano i tanti estimatori. Perché una roba così cambia molto, cambia faccia ad una regione, cambia addirittura i flussi viari. Tanti i temi discussi a riguardo nell’ultimo anno. Tra occasione da cogliere, inevitabili cambiamenti da affrontare, piccoli commercianti penalizzati, posti di lavoro offerti, addirittura infrastrutture da realizzare per gestire l’afflusso al colosso. Insomma avrebbe cambiato anche la viabilità nella nostra regione. Cambiamenti strutturali non da poco. Così come hanno cambiato faccia all’Umbria in questi ultimi anni i centri commerciali tipo Collestrada o Piazza Umbria.
Ma si sa, per opere così ci vuole tempo per procedere, tra la burocrazia lenta e la politica che si dibatte tra maggioranza e opposizione, associazioni di categoria e amministrazione, consumatori e rivenditori. Nel frattempo Ikea cambia idea. Succede. Succede che il mercato, l’impresa, sia più veloce della politica. Il libero mercato ha leggi che non possono aspettare, si deve evolvere, altrimenti muore.
Ikea fa dietrofront e cambia la sua strategia di marketing e di vendita. Niente più mega centri commerciali, ma piccoli store dove non si vende direttamente, ma si può vedere e toccare la merce per poi ordinarla on line.
A metà tra il ritorno al passato del “piccolo” negozio e l’ e-commerce.
Tutto questo fa parte del cambiamento epocale che da qualche tempo sta subendo il commercio. Non è meglio o peggio. È semplicemente un cambiamento come ce ne sono stati tanti nella storia.
Essere consapevoli delle evoluzioni (molto veloci) intorno a noi può aiutare.
