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FUORI COME UN BALCONE

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13 marzo 2020
Terzo giorno di coprifuoco.
Diario dalla zona rossa d’Europa, cioè l’Italia.
Strade con poche macchine, radi passanti. Frettolosi. Fuori il sole. Dentro la nebbia. La nebbia della paura, dell’incertezza.
Siamo solo all’inizio di questa sfida che è terribile. Terribile per i contagiati, per i famigliari. Terribile per tutti, congelati nell’attesa che tutto passi.
Sono rimasti i social a tenerci in contatto.
Un logorroico filo virtuale che ci unisce là dove tutti i contatti fisici sono inibiti.
Finestre sul mondo che in questi giorni sono di due tipi.
Internet e i balconi.
Eh sì perché questo 13 marzo è anche il giorno dei balconi.
Isolati, sospesi nel vuoto, protesi verso il cielo, ideali per lanciare un messaggio a distanza di sicurezza, ma udibile. E da qui parte la musica di chi vuole unirsi. Di chi non vuole sentirsi solo. Le note si diffondono, uniscono e rincuorano.  Il più gettonato al momento è l’Inno di Mameli.
Le note non trasmettono virus, ma voglia di stare insieme.
Si trasmettono note anche da quei “balconi virtuali” che sono i profili Facebook e Instagram dei musicisti. Da lì partono le canzoni, piccoli concerti. Li puoi ascoltare stando a casa, senza uscire. Lo fanno i cantanti famosi come Jovanotti, Francesco Gabbani, Tiziano Ferro, Gianna Nannini, Gigi D’Alessio e tanti altri. E lo fanno i musicisti amatoriali. Ognuno come può. Per convincerci che va tutto bene, che passerà, che si può stare insieme come in un concerto stando ognuno nella propria stanza.
Qualche bandiera tricolore sventola alle finestre, alcuni cartelli con la scritta “Andrà tutto bene” appesi fuori.

L’Italia resta in casa, fuori come un balcone, bella come un balcone.

Intanto il virus si espande in Francia, Spagna, America…
Dalla zona rossa del mondo, per oggi, è tutto.