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Contro la censura di Squid Game: usiamo la testa.

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di Michael Surace.

Si fa un gran parlare ultimamente della censura nei confronti di Squid Game, che a dire di alcuni “esperti” o rappresentanti auto proclamati dei genitori rischierebbe seriamente di far commettere violenza ai nostri figli durante la simulazione di alcuni dei giochi presenti nella serie tv coreana.

Premessa: la serie TV è già vietata ai minori di anni 14, per cui se ci sono genitori che si lamentano perché il loro figlio al di sotto di questa età abbia visto il film, probabilmente la colpa non è di Squid Game ma dal genitore che o non sa leggere il parental advisory della serie, o non sa come impostare su Netflix la modalità “bambino” (che esclude film violenti o di sesso) oppure non ha il benché minimo controllo sugli strumenti e gli orari in cui il proprio figlio guarda certe cose. Grave in tutte e 3 le situazioni.

In realtà sembra semplicemente l’ennesimo tentativo di trovare una giustificazione ad una intera generazione di genitori che è incapace di dedicare del tempo ai propri figli e alla loro educazione; Squid Game insomma va censurato, ma non parliamo di togliere dalle mani tablet e smartphone con cui da anni e per ore vedono o simulano cose che in realtà rispetto a Squid Game incidono molto più negativamente, anche nel lungo periodo, sul loro carattere e sul modo di rapportarsi con gli altri.

Parlo per la mia generazione nata negli anni ’80: alle elementari vedevo già film d’horror (it, la casa, poltergeist, nightmare), ovviamente sempre con un adulto, eppure non ho mai avuto shock o emulato violenza. Tuttavia ho visto compagni picchiarsi per emulare i Power rangers, l’Uomo tigre o Ken Shiro. Eppure allora nessuno censuró nessuno, forse perché c’erano anche meno leoni da tastiera o complottisti, o forse perchè i genitori avevano più tempo per stare con noi (e meno a cazzeggiare su internet).

Credo che i veri “anticorpi” in tutte le generazioni di ragazzi per poter “rielaborare” al meglio film violenti dipenda più dal contesto educativo della famiglia, dalla presenza e dal dialogo con i genitori, che dal vedere una volta un film.

Allo stesso modo credo che i bambini e adolescenti d’oggi corrano più pericoli nel lasciargli i telefoni con cui possono entrare in contatto con chiunque (pedofili, cyber bulli, haters, auto lesionisti..) o con mondi in realtà fittizie che realmente possono sconvolgere il loro mondo (guardate allo stravolgimento della sfera sessuale, dove portali come Youporn stanno realmente distruggendo il modo di scoprire e concepire l’intimità tra i giovani) altro che Squid Game.

Il motivo per cui quindi dovremmo essere tutti contrari alla censura verso la serie coreana è il fatto che la presenza di Squid Game (ma come di tantissime altre serie Tv, app o giochi pericolosissimi per la psicologia di un bambino/adolescente) in tutta la sua brutalità e possibilità di essere visto anche nelle piattaforme dei più giovanissimi come Tik-Tok in realtà rappresenta un utile monito per i genitori per tornare a ritrovare tempo ad educare i figli.