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UN’AUTO COME IL CORPO, IL CORPO COME UN’AUTO di Eupalino

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Nel pieghevole diffuso della casa automobilistica Volkswagen per sensibilizzare
i clienti sulla necessità di conservare in efficienza il proprio mezzo elabora una
icona sofisticata: vi compare una autovettura avvolta da un asciugamano e a
fianco ad essa sono disposti alcuni attrezzi da palestra.
Si tratta di una metafora visiva che associa la manutenzione della propria
autovettura alla attività ginniche per mantenere il corpo efficiente ed in
perfetta forma, assimilando il corpo ad una macchina e la macchina ad un
organismo vivente. L’immagine rende visibile il processo di umanizzazione
della macchina ed al tempo stesso l’assimilazione del corpo ben allenato e
atletico ad una automobile dalle prestazioni maggiorate.
La concezione del corpo umano come un complesso apparato meccanico e
degli organi vitali come parti di esso si deve al filosofo francese René
Descartes, meglio noto come Cartesio, che fu fortemente influenzato in questa
sua rappresentazione del corpo umano dalla concezione meccanicista del
cosmo che si affermò a seguito della formulazione della legge sulla
gravitazione universale (1687) ad opera di Isaac Newton.
E’ questa comparazione del corpo con i suoi organi ad una macchina e la
rappresentazione cartesiana di una macchina come un corpo che permette da
un punto di vista semiologico di comprendere il messaggio implicito
nell’immagine contenuta nell’opuscolo promozionale dove ad una autovettura
Volkswagen sono associati una serie di attrezzi ginnici e addirittura la vettura è
avvolta in un tipico asciugamano di spugna di fine gara.

E da questa analogia che ha preso il via l’Era dei Robot, di replicanti umani meccanici sempre più sofisticati che sono in grado di eseguire alcune sequenze di movimenti che simulano azioni umane.

Si passa dagli automi settecenteschi come i tre bambini che suonano, scrivono e disegnano costruiti da Pierre Jaquet–Droz e figli tra il 1768 ed il 1774 conservati presso il
Musée d’ Art et d’ Histoire di Neuchâtel (Svizzera), ai Robot d’invenzione dei primi del novecento per arrivare agli androidi contemporanei che incorporano microcomputer
muniti di programmi che mimano l’intelligenza umana e che aumentano fortemente la somiglianza al modello naturale di cui sono l’artefatto prossimo.
Ultimi nella scala evolutiva in ordine di tempo sono i Cyborg, metà umani e metà macchine. Senza ricorrere ai replicanti umani partoriti dalla fantasia di registi e scrittori di fantascienza attuali come i replicanti di “Blade Runner” o come “Terminator” possiamo considerare appartenuti a questa categoria di uomini-macchina i tanti malati protesizzati o ai quali vengono trapiantati organi meccanici in sostituzione di quelli propri irrimediabilmente danneggiati.
Tra i più sofisticati androidi contemporanei segnalo Robo Tespias in grado di
interpretare Shakespeare e di interagire con il pubblico e Robot Violinist della Toyota un vero e proprio Paganini meccanico.
Ultimi nella scala evolutiva in ordine di tempo di questa specie simil-umana sono i
Cyborg, metà umani e metà macchine.
Torneremo su questo parallelismo tra il corpo ed una autovettura messa in evidenza dalla pubblicità della Volkswagen in un prossimo articolo che affronterà le conseguenze di questa stretta analogia tra il corpo umano e i congegni meccanici semoventi.
Eupalino
L’immagine di libero utilizzo è a Questo Link