La prima cosa che mi ha colpito nelle celebrazioni che hanno dato il via a Matera Capitale
europea della Cultura, sono state le ‘baglights’ che ogni materano indossava nella notte
che aspettava da tempo e che ha messo sotto i riflettori di tutta Europa la sua città. Un
oggetto semplice: un cerchio di luce blu, costruito in laboratori partecipati nel corso di
questi mesi.
Un bel simbolo di luce ma, soprattutto, un simbolo di partecipazione e di orgoglio di tutta la
cittadinanza per un evento che probabilmente cambierà per sempre, vedremo nei prossimi
mesi come, la storia della città lucana scelta da Pasolini negli anni ’60 per il suo ‘Vangelo
secondo Matteo’. La baglight, la sua circolarità, il suo essere creata in laboratori in cui
giovani e meno giovani, bambini ed anziani, hanno lavorato insieme restituisce il senso di
una città che tutta unita accoglie l’anno 2019 e partecipa ad una festa che è solo all’inizio.
Nelle prime ore del pomeriggio – dopo le inaugurazioni e i discorsi istituzionali – 2019
musicisti di bande provenienti da tutta Europa hanno fatto risuonare i vicoli di Matera e il
giorno dopo hanno suonato in tutte le città
della Basilicata. Con l’avvicinarsi della sera,
centinaia di fiaccole, hanno trasformato i sassi in un presepe. Nei bar, i più giovani, hanno
assistito alla diretta televisiva della cerimonia inaugurale con un entusiasmo e una
partecipazione che solitamente dedicano alle partite di calcio più importanti. E i turisti,
grazie ad un passaporto, sono stati accolti e coinvolti nella celebrazione di un
Mezzogiorno inorgoglito dalla cultura e dall’Europa: il titolo di cittadino temporaneo per far
sentire tutti, anche chi viene da fuori, parte di questa comunità.
Luce, orgoglio, partecipazione, comunità: sono queste le parole chiave di Matera 2019,
prima Capitale europea della Cultura nel sud del nostro Paese, che si appresta nei
prossimi mesi ad ospitare centinaia di migliaia di ‘cittadini temporanei’ che vedranno come
la cultura e l’Europa possono trasformare una città e tutta una comunità visitando le
mostre e vivendo gli eventi che si snoderanno lungo tutto l’arco dell’anno. Per ora un primo
risultato questa vittoria lo ha già raggiunto, ora non resta che vedere quali saranno le
conseguenze nel medio e nel lungo periodo e quali
saranno le trasformazioni più
profonde.
Oggi la vittoria è senza dubbio di Matera e di chi ha lavorato per la candidatura e per la
realizzazione del progetto ma ancora di più è dei materani che non solo hanno accolto con
orgoglio la nomina di Matera a Capitale europea della Cultura ma hanno partecipato da
protagonisti e non da spettatori con entusiasmo come solo le comunità più unite sono
capaci di fare. Una lezione da imparare: tutti.